Tanya Lyons
La solidificazione dell’anima
Amante del vetro, forse perché nata durante una tempesta di neve che, in un valzer di fiocchi, ha
cristallizzato il paesaggio come per celebrare il suo arrivo, ha avuto un estetico esordio che sa di destino.
Come non pensare alla sacra tradizione dei nativi del Nord America, i quali sceglievano, per il neonato, un
nome associato ad un evento naturale che si verificava al momento della nascita? Così, il fato di Tanya
Lyons, si celava nel clima del giorno in cui è venuta alla luce.
Affascinata dal fragile materiale, ne diventa studentessa, laureandosi con lode allo Sheridan College,
proseguendo la sua formazione in Finlandia, all’Università di Arte e Design di Helsinki e poi al Toyama
Institute of Glass Art in Giappone.
Gira il mondo acquisendo sapere sul poliedrico universo del vetro, arte di nicchia, artigianato prezioso che
in alcuni luoghi ancora si tramanda “in bottega” agli apprendisti.
Tanya è una creativa per nulla intimorita dal cambiamento: è nomade, viaggiatrice, segue il richiamo
delle vie dell’arte trasparente per assimilarne le tecniche.
Divenuta profonda conoscitrice della materia, in primis è tornata allo Sheridan College nei panni di
insegnante, passando dal banco alla cattedra, per poi giungere all’Haliburton School of Art and Design
come docente, dove lavora attualmente.
Con la padronanza dello “scettro di fuoco”, ossia la fiamma con cui realizza le sue opere, ha collezionato
negli anni, oltre ai titoli accademici, soddisfazioni, riconoscimenti e collaborazioni importanti.
Nel 2022, ad esempio, ha lavorato con Jacquemus, stilista francese, creando per la sua “Drip Suit”
splendide gocce pendenti da applicare agli abiti della collezione “Le Splash” sfoggiata poi dalla pop star
Dua Lipa a Parigi.
Nell’incontro col vetro, si è innamorata della sua trasparenza e della forza intrinseca che lo caratterizza; la
creativa di Ottawa ha scoperto un materiale che ha vita propria, ricco di qualità e pregno di infinite
possibilità di riflettere aspetti dell’esistenza: non è solo altamente riciclabile, ma così duttile da poter
replicare una suggestiva infinità di forme e concretizzare l’inconcretezza.
La signora Lyons narra fiabe visive, le fa nascere da una fiamma con la sua magistrale manualità. Quel
vetro in lavorazione vive in mezzo al fuoco e, attraverso la sua nitidezza, i lapilli brillano, danzando.
La gelida limpidezza vitrea si immerge nella cascata bollente, cambiandone la tinta dal blu ad uno
scintillante mandarino nell’attimo in cui avviene il contatto.
Il vetro riesce a tagliare la fiammata nonostante la sua natura di subordinazione che, inevitabilmente, lo
costringe ad inchinarsi alla combustione.
I due elementi, sia antitetici che coincidenti, confluiscono dandosi e togliendosi forma a vicenda,
scatenando un forte contrasto visivo e sensoriale che non può lasciare indifferenti.
Da solida materia a qualcosa di malleabile e trasformabile: l’artista cattura la fluidità del movimento,
manipolandolo mentre si raffredda e osservandolo mentre acquisisce fragilità; un’azione artistica che
richiede attenzione costante, precisione e prontezza per controllare la fugacità della pasta vitrea in
fusione, ma che vanta anche il pregio di un’ecologica reversibilità.
Tanya ama definirsi “raccoglitrice e collezionista”: dato che tutto è potenzialmente prezioso e
immagazzinabile, lei trattiene qualcosa dai luoghi e dagli individui, ovunque vada e chiunque incontri.
Sempre attenta a ciò che la attornia, è attratta dalla bellezza delle piccole cose e celebra l’importanza di
sensazioni e momenti salienti incastonati nella memoria.
Col tempo, l’artista canadese ha iniziato a combinare il vetro a oggetti naturali per fossilizzare, nel duro
abbraccio del terso materiale, frammenti di istanti ed emozioni. Utilizza la pasta vitrea come supporto,
contenuto o guscio di pensieri, sentimenti e ricordi che vengono assemblati a oggetti naturali per
aggiungere colore alla trasparenza. Sperimenta, inoltre, la coesistenza di diverse consistenze con l’intento
di generare quel familiare e atavico senso di purezza poco contaminata, come quando il ghiaccio fagocita
una ghianda nel mezzo di un bosco.
Questo genere di unione ricorda il fascino dell’ambra, resina di conifere solidificata che ingloba e conserva
in sè resti vegetali o animali (e in qualche modo anche la loro anima?).
Tanya, donna dalla spiccata sensibilità, inizia a creare abiti di vetro a grandezza naturale, spinta dalla
consapevolezza che ciò che indossiamo ha il potere di influenzare notevolmente il nostro atteggiamento e
quello dei soggetti che incontriamo.
L’immagine è un forte strumento di interazione: non mera superficie, ma filtro attraverso cui passano
l'essenza e la personalità.
Il guardaroba e gli accessori parlano silenziosamente di noi, sono un potente mezzo di comunicazione.
Per assemblare la sua emblematica moda vitrea, la signora Lyons usa l’incolore materiale “mutaforma”, il
quale riesce a riflettere la moltitudine di stili ed emozioni che l'abbigliamento può costruire o proiettare
all’esterno per un’affermazione visiva di sè.
Diletta Previtali