THE NEW ERA OF MAGAZINE



Dal tradizionale al provocatorio, Marlè Magazine parla di eleganza classica ed erotismo puro. E non si ferma, non ha paura di mostrare ciò che in passato è stato etichettato come un tabù.   

Quei tabù che sono vergogna agli occhi degli ignoranti.


Marlè sfida i giudizi.
Accultura, stupisce, rapisce.

Marlè apre il cuore e la mente.

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Dal tradizionale al provocatorio, Marlè Magazine parla di moda, sessuologia, psicologia, sociologia. Marlè si fa portavoce di una visione autentica e insindacabile della vita, regalando così la possibilità di anestetizzare i taboo.

Quei tabù che sono vergogna agli occhi degli ignoranti.

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Casa Preti FW25

È l’Ora, Casa Preti!

FW25-26












Esiste un tempo in cui ogni cosa è matura e ogni promessa deve essere mantenuta.
È il tempo fuggevole ed effimero dell’”Ora”, titolo della nuova collezione Autunno Inverno 2025 2026 di Casa Preti, brand nato nel 2017 a Palermo che della sartorialità etica e siciliana fa il suo terreno d’ispirazione.

Sono le 11 della mattina del 1° marzo quando ci rechiamo in Corso Venezia 6 per assistere alla presentazione, una vera performance, della nuova collezione del brand.
Varcata la soglia d’ingresso, smettiamo di sapere che cosa sia l’oggi, ed entriamo in un universo sospeso ed eterno in cui agire e prendere posizione contro la disumanità di un mondo in guerra è più che mai necessario, ora.

Con questa collezione, infatti, il direttore creativo Mattia Piazza trasmette messaggi di pace e speranza attraverso il richiamo al mondo pacificato e unito del dipinto dei Bellini “Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto”, in cui le contese tra est e ovest del mondo svaniscono, e i due emisferi trovano finalmente un punto di convergenza. Nella collezione, la conciliazione riuscita è tra le molteplici anime della cultura siciliana, DNA del brand. È chiaro fin dai capi nella prima stanza. Convivono infatti amalgamate l’anima spagnola delle giacche bolero dalle spalle voluminose e quella nostalgica gattopardesca della serie di cappotti dal taglio ottocentesco in velluto viola, spesso accompagnati da camicia a collo alto e jabot. Ancora, quella austera della palette colori, dei capi coperti, delle linee clericali e rigorose e quella viscerale che rende il pizzo emblema così tipico dell’estetica siciliana.




Ma se è vero che non esiste pace senza guerra e guerra senza pace, nell’universo di Casa Preti, la guerra è ridotta nella seconda stanza a niente più che a una partita di battaglia navale tra due personaggi, i cui colpi sparati non sono altro che labili segni di matita tracciati su un foglio di carta. Un gioco infantile, dunque, dove niente è vero e tutto è puro.


 


Nella terza stanza, la visione utopica di Casa Preti si compie: la pace, sotto forma di una dea bianca, trionfa. La performance a cui assistiamo è magnifica: rialzata su un piedistallo, una modella indossa un capospalla bianco, attraversato da cartucciere che non contengono più proiettili, ma fiori di gipsofila, riposti lì dopo esser stati recisi da due aiutanti presenti, con cura.
L’immagine è forte e chiara, ed è tutta riposta in quel piccolo e fragile fiore bianco, distintivo del brand e motivo di numerosi capi della collezione, simbolo di bellezza, seppur effimera, e di speranza per un futuro di rinascita.





Che il “no alla guerra” di Casa Preti non cambierà il mondo, lo sappiamo entrambi, noi e il direttore creativo. Ma poco importa, perché, a volte, è bello concedersi la possibilità di sognare e illudersi, anche soltanto per un secondo.
Così ci dirigiamo verso l’uscita e, fiduciose, accogliamo il dono che ci viene fatto, un seme di gipsofila racchiuso in un origami, sicure anche noi di poter cambiare il mondo con un battito di ciglia.





Nicole Bellini


06–03–2025