THE NEW ERA OF MAGAZINE



Dal tradizionale al provocatorio, Marlè Magazine parla di eleganza classica ed erotismo puro. E non si ferma, non ha paura di mostrare ciò che in passato è stato etichettato come un tabù.   

Quei tabù che sono vergogna agli occhi degli ignoranti.


Marlè sfida i giudizi.
Accultura, stupisce, rapisce.

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Dal tradizionale al provocatorio, Marlè Magazine parla di moda, sessuologia, psicologia, sociologia. Marlè si fa portavoce di una visione autentica e insindacabile della vita, regalando così la possibilità di anestetizzare i taboo.

Quei tabù che sono vergogna agli occhi degli ignoranti.

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LA MODA STA RALLENTANDO,
ma il mercato non è contento



Lo scaricabarile dei numeri deludenti del mercato del lusso






A circa un mese dalla fine del 2024, per i maggiori gruppi del lusso quali Kering ed LVMH, tirare le somme non è mai stato così difficile.

Con una Cina dichiaratamente in crisi ed un aumento notevole dei prezzi di vendita dei beni di lusso, il gruppo LVMH, proprietario di numerose maison tra cui Louis Vuitton, Dior, Loewe e Fendi ha registrato un calo del fatturato che sfiora il 5% nelle vendite delle categorie di moda e pelletteria.
Anche per Francois Pinault, fondatore e proprietario del conglomerato Kering, che ad oggi controlla brand come Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta, il 2024 si è rivelato un anno particolarmente stagnante che è costato al gruppo una perdita di fatturato del 21,6% con una parallela flessione delle azioni pari al 50,93%.

Tutto ciò si traduce concretamente nella perdita di circa 50 milioni di consumatori e in 
una riduzione nel volume di produzione tra il 20% e il 25% rispetto a due anni fa.
Grande responsabile di questa flessione è la dipendenza dei grandi gruppi del lusso nei confronti del mercato cinese, che ha subito un rallentamento economico generale dovuto sopratutto alla politica del "common prosperity" (prosperità comune) introdotta dal governo, che mira a limitare le spese ostentate, colpendo la percezione sociale degli acquisti di beni di lusso.

Se tra il 2019 e il 2021 dunque i clienti cinesi rappresentavano circa il 38% delle vendite globali, oggi la percentuale è nettamente diminuita, anche a causa dell’approccio estetico più essenziale e minimalista che le maison europee stanno adottando: come tentativo di tornare a creare capi ed accessori senza tempo, i brand del lusso creano sempre più prodotti slegati dalle eccentriche tendenze passeggere ma che i clienti asiatici non sembrano apprezzare.
In termini di sostenibilità, il tanto sperato ed atteso ‘rallentamento’ del settore della moda è finalmente arrivato, ma il mercato non sembra contento: all’interno dei vari brand infatti, sono già iniziati i cosiddetti ‘giri di poltrone’ tra CEO, volti a risanare nel minor tempo possibile la situazione finanziaria.
Da gennaio 2025 infatti, dopo 8 anni alla guida di Balenciaga, il manager Cédric Charbit passerà al timone di Saint Laurent e verrà sostituito dall’italiano Gianfranco Gianangeli, ex chief commercial officer del brand e CEO di Maison Margiela.
I gruppi del lusso, pur rimanendo leader indiscussi, si trovano ora dunque a rivedere le loro strategie, puntando a diversificare le loro fonti di reddito e a costruire modelli più resilienti per affrontare un mondo economico sempre più instabile.

La situazione verrà risanata o questi sono i numeri a cui dovremo abituarci?

La Marlè non lo sa, ma spera che la 2.55 di Chanel torni a non costare un rene!






Marianna Di Biagio


27–11–2024